lunedì 7 dicembre 2020

Caccia vietata a Garlasco (almeno per un po')

Tempi difficili per Regione Lombardia filo-venatoria: dopo il divieto dei pallini di piombo nelle aree umide ora ci si mette anche la Meloidogyne graminicola, temibile parassita estremamente pericoloso per l'agricoltura

Ecco allora che Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura si vede costretta a "vietare" la caccia in molte aree nel Comune di Garlasco e zone prossime, onde evitare la diffusione portata dai cacciatori nomadi, cui è consentito (unico vergognoso caso in Europa) di entrare ed uscire liberamente nel terreni agricoli delle altrui proprietà private.

Trovate una spiegazione più dettagliata del problema a fondo pagina, in un comunicato pervenutoci da Fausto Pistoja, gestore del Bosco del Vignolo a Garlasco.

Ecco allora che nel nostro piccolo, avendo recuperato le mappe delle zone vietate alla caccia, vorremmo aiutare i signori cacciatori a rispettare le regole. Certo non quelle etiche o del buon senso, non ci proviamo nemmeno, ma solo quelle legali.


Ecco le istruzioni, da usare sul proprio telefono mobile:

  • Abilitate la rilevazione della posizione (GPS)
  • Visualizzate questa mappa direttamente in Google Map a questo indirizzo.
  • Un pallino mostrerà la vostra posizione.

SE SIETE ALL'INTERNO DI UNA ZONA VIETATA, USCITE IMMEDIATAMENTE. 

MA NON SOLO: Appena all'esterno della zona, lavate accuratamente gli stivali per evitare di distribuire il parassita in tutti i luoghi che calpesterete. 

Meglio ancora: tornate a casa, in macchina.




Una mela avvelenata del commercio internazionale.

Negli ultimi anni si sta diffondendo nelle nostre campagne un dannoso parassita delle piante di riso, un piccolo verme, il nematode galligeno Meloidogyne graminicola, che causa gravi perdite produttive e quindi economiche.

Il parassita si diffonde da una risaia all’altra soprattutto trasportato dai mezzi agricoli e dalle calzature di agricoltori e cacciatori, tanto che lo Stato e la Regione hanno legiferato in merito, chiudendo la caccia nelle aree infestate e chiedendo agli agricoltori di effettuare la pulizia dei mezzi agricoli, degli strumenti di lavoro e delle calzature nel passaggio dall’appezzamento infestato a quelli limitrofi, assicurando che i lavaggi siano effettuati dirigendo i residui della pulitura verso l’appezzamento infestato.

La notizia non sarebbe degna di particolare nota se non fosse che l’Italia è l’unico paese europeo in cui il parassita è stato segnalato e che quindi, molto probabilmente, è stato importato assieme alle sementi dall’estero, dove era già presente. Un altro frutto avvelenato di un commercio internazionale impossibile da gestire in ogni suo rivolo, in ogni sua ricaduta negativa.

E a proposito di difficoltà ad arginare un danno di questo tipo: chi controlla che gli agricoltori lavino i loro mezzi meccanici? Chi controlla che i cacciatori non frequentino i campi infestati, cioè praticamente tutto il Comune di Garlasco e zone limitrofe?...
Almeno la soluzione per quest’ultimo rischio sarebbe semplice: sarebbe sufficiente vietare la caccia a Garlasco e nei comuni colpiti.
 

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